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Raccolta firme per i montezemoliani…

Posted on 18 dicembre 2012

Se l’unico parametro nelle prossime decisioni di Mario Monti dovesse essere il convegno organizzato oggi dagli iper-montiani “Indipendenti per l’Italia” , il premier se ne tornerebbe di gran lena nella sua amata Bocconi ad esercitare l’antico mestiere di professore.

Quaranta persone sparse nella prestigiosa Sala di piazza Montecitorio, di fronte al Parlamento, ad ascoltare i decisi inviti dell’organizzatore Ernesto Auci affinché Monti sciolga gli indugi e scenda in campo. E dire che il palco raccoglieva la crema delle forze che dovrebbero sostenere le costituende liste del professore. Da Luigi Abete ad Andrea Romano (montezemoliano di Italia Futura), passando per Giorgio Ambrogioni di Federmanager e il giovanissimo vicepresidente di Zero positivo, Lorenzo Castellani.

Tra i relatori anche Alberto Pera, coordinatore romano di quel Fermare il declino che proprio ieri ha preso definitivamente le distanze dal presidente del Consiglio.

Ma il brand Monti, fuori dal Palazzo, sembra per il momento non riscuotere il consenso di masse oceaniche. Al punto che uno dei principali problemi per i montezemoliani della Terza repubblica è scavallare la cifra di 58mila firme necessarie a presentare la candidatura in Parlamento. Una rincorsa resa ancora più difficile dall’incertezza sul nome della lista e sul relativo simbolo. Un nodo gordiano che i vertici di Italia Futura, la fondazione di Luca Cordero di Montezemolo, non hanno ancora sciolto.

Mentre “l’impressione è che quelli di Giannino alla fine non ce la facciano”, come ha confessato Romano ai suoi, domani Verso la Terza repubblica lancerà in pompa magna il sito che occorrerà a raccogliere i dati anagrafici di aderenti e sostenitori. Una sorta di database che sarà necessario, una volta sciolti i dubbi sul nome con il quale presentarsi alle urne, a formare un primo pacchetto di firme tra quelle necessarie per raggiungere la quota agognata.

Un’operazione necessaria soprattutto per quel che riguarda la Camera. “A Montecitorio, noi e l’Udc correremo con liste separate”, continua a dire Romano al suo entourage. Diverso il discorso al Senato, per il quale è sempre più probabile un listone unico con i centristi di Pierferdinando Casini. Tra i montezemoliani si parla già di un accordo raggiunto. Rimane, è vero, qualche perplessità sull’opportunità di imbarcare Gianfranco Fini e i suoi. Ma sarebbero spigolature di poco conto, necessarie al più ad armare la penna dei retroscenisti.

La macchina è già ben avviata. Sotto il trio composto dallo stesso Romano, insieme a Antonio Calenda e Andrea Olivero, ci dovrebbero essere alcune figure che coordineranno nel dettaglio la campagna elettorale. L’ex prodiano Lelio Alfonso dovrebbe gestire la comunicazione, Piercamillo Falasca (leader di Zero positivo) l’organizzazione e l’ex confindustriale Simone Perillo la strutturazione sul territorio.

Il nucleo di un team la cui capacità di mobilitazione dovrebbe essere di gran lunga superiore alle quaranta persone viste oggi a Roma. Sempre che Monti si decida a sciogliere la riserva.




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