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Endorsement di Dell’Utri a Grasso: "È persona equilibrata"

Posted on 27 dicembre 2012

Il rapporto tra Marcello Dell’Utri e la magistratura italiana è ormai argomento da libri di storia contemporanea. Condannato a sette anni dalla procura di Palermo per concorso estero in associazione mafiosa (sentenza poi annullata dalla Cassazione), il senatore del Pdl ha ricevuto anche una richiesta di rinvio a giudizio nell’ambito del filone d’inchiesta Stato-mafia. Ma al netto delle dichiarazioni di circostanza (“sono saltate tutte le regole della convivenza democratica”, “è evidente che la magistratura sia politicizzata”, “mi sento un perseguitato”), da Dell’Utri arriva un attestato di stima nei confronti del procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, candidato in pectore con il Pd: “È sempre stato un magistrato equilibrato. Se volesse sarebbe anche un ottimo politico. Invece Ingroia è un fanatico”.

Partiamo da qui. Grasso sarebbe un buon avversario a Palazzo Madama?

Quel che mi stupisce è l’opportunità di una candidatura del genere. Detto questo, Grasso ha sempre svolto il suo lavoro con equilibrio, se volesse cimentarsi in questa impresa sarebbe un politico di tutto rispetto.

C’è una differenza con il caso di Antonio Igroia dunque?

Nel metodo no, nella sostanza certo che c’è una diversità. Ingroia è un fanatico, Grasso, lo ripeto, è una persona equilibrata.

Anche nel suo impegno professionale?

Giudico bene il suo operato, è stato positivo e accorto. Si è impegnato sempre in modo concreto nella lotta alla mafia. Francamente questa sua candidatura mi stupisce. Non ci credo che alla fine si candidi. Non ci credo finché non lo vedo.

È inopportuno questo fiorire di candidature provenienti dalle fila della magistratura?

La sua domanda è retorica, immagino. È una conferma di come siano saltate tutte le regole della nostra democrazia. Un sistema nel quale, lo ribadisco, io mi sento un perseguitato.

Vede un nesso tra le indagini sulla mafia di Ingroia e Grasso e la loro candidatura?

No, non vedo un collegamento diretto. Esiste però un problema culturale, una concezione che ha fatto saltare le regole del gioco. Così la magistratura perde quell’aura di “dura e pura” che si era costruita nel tempo.

La gran parte dei magistrati si candida con formazioni di sinistra…

Certo, se uno non è di sinistra non può fare quel tipo di politica giustizialista che è propria di quei determinati settori.

Ha ragione Silvio Berlusconi quando attacca le toghe rosse?
Mi sembra evidente che la magistratura sia politicizzata. Una piccola parte della magistratura, ma molto battagliera. Soprattutto tra quella inquirente svolge spesso una funzione sbagliata, che dovrebbe astenersi dallo svolgere.




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